COISSON - COMUNE DI ANGROGNA (TO)
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COISSON - COMUNE DI ANGROGNA (TO)

 

28/07/2016

COISSON - COMUNE DI ANGROGNA (TO)


Raccontare l’esperienza di Angrogna vuol dire ripercorrere, a ritroso ,un lungo viaggio, intrapreso ormai quasi due anni orsono, alla ricerca di immagini, colori e sensazioni sedimentate nella memoria. Recuperare alla vita le architetture dei luoghi: la loro essenza di limpidi e immutabili testimoni di pietra, plasmati dal vento, dalla fatica e dai silenzi di una quotidianità dura ma autentica. Ma in concreto, cosa significa trasformare la debolezza dei luoghi in forza, la marginalità in un’opportunità, configurando

alternative  di sviluppo sostenibile, assegnando una nuova identità e una diversa immagine, un diverso modo di vivere e usare gli spazi del ricco palinsesto storico, costruttivo e del paesaggio che abbiamo ricevuto in eredità.

La mia frequentazione della Val Pellice, mi ha condotto alla scoperta di un vallone laterale e delle sue borgate, ricco di vegetazione e ancora intatto nei suoi paesaggi e quadri ambientali. Nel mio girovagare attraverso il versante che si dipana lungo il torrente Angrogna, mi è apparsa, come una epifania…. la borgata di Coisson, di cui ignoravo il nome e la storia.

I’antico abitato, in buona parte connotato da volumetrie ancora integre, appariva nella sua chiara e limpida conformazione “a borgo”, adagiato lungo un leggero pendio esposto magnificamente a mezzodì, facilmente raggiungibile dalla strada  che conduce al fondo valle. Continuando il percorso anulare di accesso alla borgata, il sentiero si biforca: risalendo verso il pendio esposto in direzione nord-est , in cui si adagiano, in posizione più defilata, alcuni edifici ormai ridotti dal tempo e dalle intemperie, a ruderi. Data la particolare orografia del sito, l’accesso al borgo avviene sia da monte, che da valle, attraverso vicoli e piccole corti che si  intersecano, suggerendo un passato fatto di condivisione degli spazi di relazione e mutua socialità.

Questo in breve la scoperta della borgata di Coisson, ma il che fare e il come era tutto da inventare. Occorreva individuare una specificità del luogo, un suo carattere primigenio: interrogare e ascoltare chi da sempre abita quel territorio, ne conosce ogni anfratto, la sua storia, le consuetudini e la cultura antica delle genti che nel corso del tempo lo hanno reso vivo con le loro attività agro- pastorali, la cura dei boschi, dei pascoli e dei sentieri, la sapienza costruttiva dei vecchi, i loro saperi preziosi sull’uso della pietra e del legno. Occorreva coinvolgere la comunità e suoi rappresentanti: il sindaco, la giunta e il consiglio comunale. E così che ha avuto inizio la storia, ed è iniziato  il mio lungo e tormentato viaggio: fatto di sopralluoghi e incontri con i proprietari delle unità che compongono l’insieme della borgata,  in questo caso, fortunatamente, tuttora residenti nel territorio e disponibili al dialogo.

Nei successivi colloqui avuti con alcuni rappresentati della comunità, ho avuto modo di approfondire la storia delle borgate che compongono l’abitato di Angrogna, in particolare la sua fondamentale importanza in quanto “culla” della religione valdese. Iniziava a prendere forma l’ipotesi di perseguire il recupero dell’abitato di Coisson, attraverso l’approfondimento delle potenzialità storiche e culturali che hanno caratterizzato da sempre la Val Pellice. Cominciò quindi l’ascolto e il dialogo con i vari enti e comunità attivi sul territorio:

il centro culturale valdese per gli aspetti che riguardavano l luoghi di culto e la storia della religione valdese e i suoi innumerevoli contatti con le “comunità sorelle” sparse per il mondo, potenziali e importanti risorse da utilizzare ai fini turistici.

I rappresentanti dei GAL confermavano il loro interesse, anche se, occorreva attendere le nuove misure previste dal nuovo PSR (piano di Sviluppo Rurale), allora in corso di approvazione.

Le associazioni imprenditoriali e artigiane presenti in zona, fortemente motivate nel perseguire il recupero della borgata. Le premesse furono di buon auspicio e consentirono di proseguire il dialogo con la comunità proprietaria del borgo e i rappresentanti dell’amministrazione locale. Ormai il progetto di recupero appariva chiaro, la recente approvazione in sede regionale, del provvedimento legislativo che consentiva la creazione dell’albergo diffuso, normandone le modalità attuative, confermava l’intuizione iniziale.

Per proseguire occorreva predisporre un canovaccio, individuare le linee guida e, attraverso un percorso di progettazione partecipata, stilare un calendario di incontri, che avvennero nella sede dell’amministrazione comunale insieme alla comunità dei proprietari coinvolti, per arrivare passo dopo passo, alla predisposizione di un documento condiviso che consentisse la predisposizione dello strumento urbanistico esecutivo previsto dalle norme di Piano Regolatore: il piano di recupero.

In sintesi, le Ipotesi di recupero dell’edilizia rurale, del paesaggio e del patrimonio locale della borgata Coisson individuavano le seguenti linee guida:

1.      Valorizzazione delle risorse ambientali

•        il paesaggio, le risorse idriche, i sentieri storici

2.      Valorizzazione delle risorse economiche (potenziamento e messa in rete delle attività esistenti :accoglienza turistica, ristorazione, artigianato di   servizio, enogastronomia; nuove opportunità imprenditoriali :albergo diffuso, sport e tempo libero,  servizi alla persona, attività agricole, attività culturali specializzate).

3.      Valorizzazione dell’edilizia rurale storica  (sistemi costruttivi consolidati, i materiali della tradizione, innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale, uso delle risorse rinnovabili, cantieri scuola finalizzati alla formazione di professionalità per il restauro e riuso dell’esistente, riscoperta delle tecniche e dei materiali della tradizione.  

4.      Valorizzazione delle risorse culturali (attivare processi di progettualità  partecipativa condivisi dalle popolazioni che abitano la valle).

5.      Censimento e attivazione delle reti comunicative riferiti alle associazioni presenti in sito ( artigiani, imprese edili, produttori agricoli, filiera del legno, ristoratori, imprenditori turistico-alberghieri, associazioni culturali, comunità valdese ecc.).

6.      Organizzazione dell’offerta di attività e servizi disponibili, suddivisi per ambito di interesse ( turistico alberghiero, ristorazione, enogastronomico: prodotti del territorio, presidi alimentari ecc.; eccellenza artigiana,cultura; itinerari storici, tradizioni musicali, patrimonio identitario dei luoghi., sport e tempo libero, ecc).

7.      Analisi e predisposizione del documento di sintesi delle attività e dei servizi potenziali: creazione di un portale web dedicato, uso dei social network, marketing territoriale.

 

Criticità riscontrate

L’epilogo non è stato positivo, nonostante le analisi e i riscontri abbiano confermato le potenzialità di recupero della borgata ai fini turistico-alberghieri (albergo diffuso) e in particolare:

•        La presenza  in loco dei proprietari delle unità  immobiliari coinvolte nel progetto;

•        L’esistenza concreta di un flusso turistico di qualità medio-alta, stimato in 7000 unità annue, di provenienza prevalentemente internazionale (nord- europa in particolare) legato al mondo e alla culturale valdese;

•        La piena disponibilità degli enti territoriali ( amministrazione comunale, GAL ), delle associazioni artigiane e imprenditoriali, della comunità valdese;

•        L’interazione costante tra comunità locale proprietaria e supporto tecnico-progettuale (progettazione partecipata);

 

Sono prevalsi alcuni elementi negativi che hanno impedito il proseguimento dell’esperienza, tra questi:

•        La mancanza di una visione complessiva e la sottovalutazione delle potenzialità della proposta progettuale da parte degli attori principali in proscenio: la proprietà;

•        Il conformismo e l’atavica diffidenza verso il nuovo, accompagnati da una scarsa propensione al rischio di impresa;

•        La scarsità di risorse economiche da destinare al progetto di recupero degli immobili e al successivo

         Cantiere;

•        L’incertezza del quadro normativo di riferimento e delle eventuali risorse disponibili per il recupero degli immobili montani ( approvazione in corso del PSR regionale per gli anni 2014/2020);

•        L’indisponibilità alla vendita da parte dei proprietari della borgata;

 

Di Italo Zanotti, Architetto